Il primo rapporto sessuale? Mediamente a 15 anni.
Le più precoci? Le femminucce, il cui campione singolarmente considerato, fa scendere ulteriormente l’età media a 13 anni.
Alcuni dati statistici
Sono alcuni dei dati che emergono dai risultati di un’indagine condotta sulle malattie sessualmente trasmissibili (MST) con particolare attenzione all’AIDS.
Ma non è l’unico dato che stupisce. Dall’indagine emerge, infatti, che circa il 40% del campione di ragazzi intervistati non utilizza il preservativo. Inoltre, sebbene il 58% lo utilizzi, il preservativo viene percepito solo come metodo anticoncezionale, per evitare gravidanze indesiderate, e non come forma di prevenzione da eventuali contagi. Il 2% degli adolescenti coinvolti nello studio, invece, utilizza la pillola in forma precauzionale.
Un altro dato? Lo fanno prima ma lo fanno meno – o almeno meno dei loro genitori che lo facevano quasi il doppio delle volte, complice il libertinaggio degli anni ’70.
I meno informati sono loro
Dallo studio emerge anche che spesso la sessualità viene vissuta male dai più giovani anche a causa della scarsa conoscenza dell’argomento. Così come scarsa è la conoscenza riguardo all’importanza dell’utilizzo del profilattico come unico e solo contraccettivo in grado di proteggere dalle MST e in particolare dall’HIV. E scarsa è l’attenzione da parte degli studenti di scuola superiore nell’utilizzo costante del profilattico per via di una eccessiva fiducia nei confronti del proprio partner e dell’erronea convinzione di una diminuzione del piacere provocata dal profilattico stesso sottovalutando i rischi a cui vanno incontro.
Questo è dovuto proprio dalle fonti di informazione: il sesso per la stragrande maggioranza degli adolescenti si impara da amici o fratelli maggiori, da film e riviste a luci rosse. Solo pochi dichiarano di avere già un buon dialogo sull’argomento con i genitori o gli insegnanti.
Potrebbe essere questa una delle cause per le quali in Italia l’AIDS conclamato si manifesta, nella maggior parte dei casi, nella fascia di età compresa tra i 25 e i 39 anni e per cui, visto il lungo periodo di latenza della malattia, il contagio potrebbe essere avvenuto durante l’adolescenza.