La storia del preservativo può sembrare abbastanza recente, in realtà attraversa varie epoche, dagli antichi egizi fino alla svolta moderna dovuta alla vulcanizzazione della gomma, che ha permesso la diffusione del profilattico così com’è oggi.
È dunque fin dall’antichità che l’uomo prova a rispondere ai due bisogni fondamentali che sono alla base della creazione del profilattico: un’efficace protezione contro le malattie veneree e una funzione anticoncezionale e contraccettiva che aiuti ad evitare gravidanze indesiderate.
Ma vediamo con ordine l’evoluzione del preservativo nel corso dei secoli.
I primi prototipi di preservativi
Come prevedibile, le prime testimonianze risalgono a due delle civiltà più antiche e longeve della storia: gli egizi e i cinesi. Ma mentre per i primi il “proto-preservativo” era fondamentalmente un monile estetico, qualcosa con cui agghindarsi durante l’atto sessuale, per i secondi, che usavano dei fogli di seta oleosi a mo’ di guaina, già valevano i principi sopra elencati: protezione da malattie e anticoncezionali. Anche i vicini cugini Giapponesi avevano il loro modello: si trattava di scaglie di tartaruga ammorbidite da soluzioni alcaline, un prodotto certamente per uomini “veri”.
Ma anche in Europa le testimonianze dell’uso del preservativo affondano in età antiche. Per esempio in alcuni affreschi trovati nelle grotte di Combarelles (Francia) e che risalgono addirittura a un’epoca preistorica – circa 10.000 avanti cristo – vi sono uomini raffigurati con il pene inguainato, o almeno così sembra.
Ai tempi di Giulio Cesare
Secondo testimonianze più recenti e certe però l’uso di un metodo anticoncezionale simile a quello del profilattico si diffonde in Europa intorno al II secolo a.c..
Gli stessi Romani utilizzavano degli intestini essiccati per proteggersi durante alcune relazioni sessuali. Particolarmente diffuso l’uso tra i soldati, quando, nelle lunghe campagna di guerra lontano da casa, erano soliti legarsi ad altre donne.
Dal Medioevo in poi
La storia del preservativo a questo punto subisce un’interruzione. Fortemente osteggiato durante il medioevo a causa delle politiche oscurantiste della chiesa, le notizie a suo riguardo quasi scompaiono per riapparire con forza e vigore durante l’illuminato rinascimento, quando l’uomo si libera dai gioghi delle costrizioni e inizia a vivere più leggermente anche la propria sessualità.
I modelli di questo periodo erano sicuramente degli oggetti più di classe, raffinati e alla moda, meno rozzi di quelli descritti finora e decisamente destinati più alle classi agiate che al resto della popolazione. Si narra di eleganti profilattici in lino, finemente decorati, che prima dell’utilizzo venivano bagnati in liquidi astringenti: sofisticati e ingegnosi.
L’uso del preservativo schizzò verso l’alto immediatamente dopo la scoperta dell’America quando, i coloni, di ritorno dalle nuove terre, importarono insieme a frutti prima esotici (come pomodori e patate) anche alcune malattie veneree precedentemente sconosciute: una fra tutte la sifilide, che in Europa ebbe un impatto molto forte e devastante. Il modello rimaneva il medesimo, ma stavolta il preservativo, oltre che nel liquido astringente, veniva immerso anche in un liquido disinfettante per scongiurare il contagio da eventuali malattie.
In età contemporanea
Dei modelli più simili a quelli che conosciamo noi oggi erano particolarmente diffusi nel XVII secolo. Ad uno più economico, costruito con intestini di capra o pecora essiccati, corrispondeva una versione “premium” in seta. Entrambi però presentavano una medesima caratteristica: venivano fissati al pene tramite un nastro posto al lato dell’apertura ed erano sia lavabili che riutilizzabili.
Ma la vera svolta nella produzione, nella diffusione e nel perfezionamento del profilattico come strumento protettivo e anticoncezionale si ebbe nel 1870, a seguito della scoperta del processo di vulcanizzazione della gomma ad opera di Charles Goodyear. Questo procedimento ha permesso una produzione intensiva e democratica del profilattico che ci ha portato dritti dritti fino a oggi. Ovviamente le tecniche di produzione del preservativo sono cambiate e si sono evolute nel corso degli anni: ora abbiamo lubrificanti più efficaci, materiali ipoallergenici e più rispettosi dell’anatomia umana e svariati tipi di preservativi tutti diversi tra loro.
Insomma ne abbiamo fatti di passi avanti!
Qualche curiosità sul preservativo
Ma non solo, la storia del preservativo è piena di curiosità, come per esempio quelle legate ai nomi con cui questo dispositivo veniva e viene chiamato.
Si dice, per citarne una, che il termine inglese Condom derivi dal Dottor Condom (o Conton, o Colkburn) medico al servizio della corte di Carlo II d’Inghilterra che suggerì al sovrano l’utilizzo di un budello di capra essiccato per risparmiargli l’imbarazzo delle continue rivendicazione dei suoi numerosissimi figli illegittimi.
Oppure, si dice, che Condom derivi dal nome di una cittadina francese – Condom appunto – che riforniva il mercato dei budelli e intestini necessari alla fabbricazione di questi primi e pionieristici tipi di profilattico.
Ultima opzione ma non meno affascinante è quella etimologica: secondo alcuni Condom deriverebbe dal latino Condere che significa nascondere, custodire, proteggere. In ogni caso l’origine di questo nome rimane avvolta nel mistero.
Anche in Italia il preservativo ha vari nomi e oltre a quelli istituzionali di profilattico e preservativo ce ne sono alcuni più colloquiali, quando non proprio regionali.
Pensiamo ad esempio a “guanto” o a “goldone”. Quest’ultimo ha un’origine singolare simile a quella di Condom: pare prenda il nome da Franco Goldoni, fondatore della ditta Hatù, una dei leader nel mercato italiano dei preservativi. Altri però sostengono che il nomignolo derivi dai profilattici americani Gold One, usati dai soldati statunitensi durante la seconda guerra mondiale.
Chissà.