Ecco perché la storia del profilattico bucato e del risarcimento è una bufala.
Ne avrete sicuramente sentito parlare e sicuramente lo ricorderete, perché – beh – una notizia così fa sicuramente scalpore.
È di qualche settimana fa un articolo diffuso dal quotidiano “Il Centro” che vede protagonista una donna quarantenne di Pescara alle prese con una gravidanza indesiderata.
La causa? Un preservativo “difettoso”. Il colpo di scena? Un copioso risarcimento di 500 mila euro a carico del marchio produttore in questione.
Sarebbe stata proprio la Fondazione Nazionale Consumatori ad aver girato il comunicato stampa al giornale pescarese dando il via a questo contorto processo di disinformazione che avrebbe fatto il giro del web e di diverse importanti testate giornalistiche.
La vicenda
Facciamo il punto della situazione: la signora, una quarantenne di Pescara, sarebbe rimasta incinta di tre gemelli dopo aver consumato un rapporto col suo partner indossando un profilattico di una nota casa produttrice spagnola.
Il preservativo bucato, per un motivo non meglio specificato da nessun redattore, non avrebbe assolto al suo ruolo di anticoncezionale portando così i due partner ad una fecondazione non voluta. Scoperto l’accaduto, la donna, già madre di tre figli e disoccupata, avrebbe deciso per motivi religiosi di continuare la gravidanza non senza, però, intentare una causa contro l’azienda produttrice ed ottenere così un risarcimento di 500 mila euro. Il risarcimento sarebbe arrivato in seguito ad una perizia giurata di laboratorio sul profilattico incriminato, che avrebbe accertato la veridicità dell’accaduto.
Perchè si tratta di una bufala
A questo punto della storia gli elementi per definire questo episodio una vera e propria bufala ci sono tutti, non credete?
Com’è possibile essere certi che il preservativo analizzato dal perito fosse quello adoperato dalla coppia quella precisa volta? E se l’inseminazione non fosse avvenuta in quell’occasione? E se la rottura del profilattico fosse avvenuta a causa di un uso maldestro dello stesso?
Il preservativo è tra i metodi contraccettivi più utilizzati al mondo, l’unico in grado di prevenire gravidanze inattese ed indesiderate ed evitare il rischio di contagio da malattie sessualmente trasmissibili. È uno dei dispositivi medici più sicuri ma, come ben sappiamo, può capitare in una percentuale ridottissima di casi che durante un rapporto questo si usuri o si laceri a causa di unghie o monili taglienti. In tal caso non c’è da farsi prendere dal panico: un tempestivo consulto medico porrà rimedio a qualsiasi inconveniente. Anche perché, in quello 0.4% dei casi, è pressoché impossibile che la rottura del preservativo passi inosservata anche agli occhi più distratto degli amanti.
Dati statistici alla mano e con un po’ di senso critico verrebbe da chiedersi: e se la Fondazione Nazionale Consumatori avesse architettato questa presunta “notizia bomba” solo per farsi un po’ di pubblicità?