Non mi è mai piaciuta l’idea del tradimento, l’avevo sempre visto come il segnale di una storia ormai finita. E così è stato alla fine.
La mia relazione non era felice, provavo in tanti modi a far funzionare le cose, soprattutto a letto ma senza successo: i pompini mi venivano rifiutati e le scopate capitavano una volta al mese (se andava bene).
Una sera mi fece una proposta: un trio con una donna, ma sentivo che quella non era sicuramente la strada giusta e non perché non mi intrigasse, ma pensavo che se a stento mi sbatteva sul letto, l’idea di coinvolgere una seconda donna mi sembrava un segnale lampeggiante che diceva “non mi piaci più, preferisco cose più hard o un’altra donna”.
In realtà, avevo già pensato di lasciarlo anche per altri motivi, ma – come al solito – una ci ripensa, ed io, presa dai timori di sentirmi sola e senza appoggi, ci ripensai.
Qualche tempo dopo a lavoro mi chiesero se fossi stata disposta a fare un viaggio di volontariato, sarei partita per un posto lontano, avrei dovuto fare domande e osservare bene quello che c’era, in base alle mie competenze. Il posto era lontano, caldo, umido, esotico. Così non ci pensai su due volte e partii.
Appena arrivata, il sole e tutte quelle persone che sorridevano… era per me già una rinascita: il relax in piscina, i mojito la sera, conoscevo ogni giorno persone nuove da tutto il mondo.
E una sera, dopo 4-5 giorni che ero là, mi ritrovai a parlare con dei giovani che avevano una ONG super figa. Erano portoghesi quindi si parlava in portoghese, spagnolo ed inglese. Ci incontrammo nel mio albergo, che faceva anche da pub e ristorante, un posto abbastanza carino, rimanemmo a bere e per un aperitivo. Non mi ero vestita un granché bene, mi sentivo brutta, grassa e quindi scelsi dei vestiti poco attraenti: nonostante l’outfit, le mie tette vengono sempre fuori, si intravedono, si nota sempre che sono dei bei cuscini morbidi dentro cui perdersi.
Sin da subito, durante quella sera parlando e ridendo con quei ragazzi, mi venne voglia di essere corteggiata. Si trattava di una sensazione che non ricordavo più: era da tempo che non provavo il piacere di essere cercata e desiderata da un uomo. Ed ero là, seduta, con abbastanza alcool nel sangue da sentirmi disinibita al punto giusto, con questa voglia di nuove avventure ma con il pensiero di un fidanzato – anche se antipatico – a casa.
Ero comunque libera laggiù: ero dall’altra parte del mondo, il cell prendeva poco e le 6-7 ore di differenza di fuso orario aiutavano, insomma, avevo delle buone scuse per non stare sempre con il pensiero a casa, a quello che c’era, a quello che avevo lasciato.
A un certo punto i ragazzi mi dissero che sarebbero voluti andare in un altro pub e mi chiesero di andare con loro. Dissi di si, ma prima andai in camera per cambiarmi: volevo sentirmi più bella.
Si andò in un altro pub ma solo per il tempo di una birra, ci spostammo subito verso un altro bar in centro dove continuammo a chiacchierare, a ridere, a ballare, per finire poi nella casa comune.
Il livello di alcool aumentava sempre più, iniziavo ormai a sentirmi un po’ ubriaca, ad avvertire quella piacevole sensazione che ti fa sentire leggera e felice.
Fu allora che iniziai a sentire le carezze di quello che mi piaceva di più. Sentii dei brividi che mi percorrevano lungo la schiena e mi facevano sentire di nuovo viva. Lui voleva proprio me ed era una cosa che il mio corpo non provava più da tempo ormai. Ha continuato a corteggiarmi così, per tutta la sera, con carezze leggere, a volte quasi impercettibili, accarezzando con le sue mani i miei capelli, sfiorandomi i piedi, le gambe…
Verso le sei del mattino chi alloggiava nel mio albergo decise di tornare a casa e lui scelse di venire con noi. Ormai si stava trasformando in una cosa concreta, non più solo accenni a quel “qualcosa”.
Ora eravamo lì, in auto. Lui che osava carezze più ardite, risalendo su per le cosce e sfiorandomi proprio lì. Ero combattuta tra la voglia di fargli affondare la mano dentro di me e il senso di colpa per il possibile tradimento di cui mi stavo rendendo protagonista.
Scendemmo dalla macchina e non mi sentivo le gambe: mi batteva il cuore forte, soprattutto quando lui iniziò a seguirmi per il cortile e iniziammo a salire le scale che portavamo proprio alla mia camera.
Aprii la porta… in un attimo mi guardò e mi baciò. Fuoco dentro e tanta voglia di avere i nostri corpi. Ma l’unica cosa che riuscii a dire fu uno “Scusa ma sono fidanzata”. Lui mi guardò con uno sguardo che diceva “beh, mica è qua” e ci riprovò. Lo allontanai. Lo salutai e lo mandai a casa.
Due minuti dopo aver chiuso la porta mi pentii amaramente di averlo fatto ma non sapevo come diavolo andarlo a cercare, come fare a chiamarlo.
Pentita andai a dormire: avevo poco tempo, l’indomani era prevista una gita turistica con passeggiate sotto il sole a 35-40°C.
L’indomani arrivò presto e passò con altrettanta rapidità, tornai dall’escursione nel pomeriggio, arrivai in albergo e lo rividi, ma era quasi come se nulla fosse successo. Per rinfrescarmi da tutto il calore della giornata, salii in camera, mi misi il costume e scesi in piscina, lui era lì, mi vide ma non fece nulla. Mi sentivo come un’adolescente alle prese con la prima cotta, quando vai in determinati posti per cercare di incrociare quel “qualcuno” facendo di tutto per metterti in mostra. Così, con lo stesso spirito di un’adolescente andai a prendermi un aperitivo: lui era lì con i suoi amici ma poi scomparve, non lo vidi più.
Dopo cena, rassegnata, tornai in camera a leggere.
Ad un certo punto bussarono alla porta, mi insospettii, speravo fosse lui ma non volevo illudermi, mi avvicinai alla porta, la aprii lentamente e scorsi lui. Senza dir tante parole lo invitai a entrare.
Non c’era bisogno di dire nulla, in realtà. Sapevamo entrambi cosa volevamo e volevamo la stessa cosa, anche se forse per motivi diversi.
In poco tempo ci spogliammo dei pochi vestiti e subito furono baci e carezze rapide. E che bel membro grande che aveva! A memoria non ne avevo mai visti di così imperiali. Lui era portoghese ma non so per quale strano motivo scopava in inglese, ci ho provato a dirgli che sarebbe stato più eccitante sentirlo in quella bellissima lingua sensuale ma nulla.
Iniziai a fargli un pompino, è una cosa che adoro fare – lo ammetto – soprattutto se i miei partner sono ben dotati, me li gusto! Ma durò poco in realtà che subito mi ribaltò, prese un condom e iniziò a scoparmi.
Mi aspettavo una scopata passionale, viste le carezze che avevo ricevuto la notte prima, invece fu più una perfomance da “coniglio iperattivo”, quasi un martello pneumatico. Non so se fu così perché aveva poco tempo o se in genere scopi così. Mi ricordo però che mi tolse la voglia di sesso che si era accumulata per mesi.
A posteriori confrontandola con altre scopate mi dico che quella fu un po’ misera. Ma nonostante ciò, per come mi sono sentita dopo il mio orgasmo, dopo che mi son rimessa a letto, da sola, posso dire che quella è stata una bellissima esperienza. Lasciarmi andare alle mie voglie, sentirmi di nuovo viva sotto le mani di un uomo, fregarmene delle conseguenze del mio gesto.
Tornai a casa e quando rividi il mio ex e facemmo sesso di nuovo, provai una strana sensazione. Pensai subito che fosse dovuta al senso di colpa per averlo tradito. Ora – che di tempo ne è passato – so che quel senso di schifo che provai era perché lui non mi piaceva più e volevo solo andar via lontano. Anche se, a conti fatti, ha rappresentato comunque un tradimento.