Una delle mie fantasie più porche e – ahimè – impossibili da realizzare, è quella di scoparmi mio fratello. Già. Ho sempre desiderato avere un fratello, non so cosa muovesse quelle mie voglie, ma volevo avere un fratello per scoparmelo.
L’unico problema è che non ho un fratello.
Forse è stata colpa del libro Eva Luna dove le storie incestuose di notti tropicali già mi accendevano il desiderio a 13 anni.
Quando iniziai a navigare su internet, poi, la curiosità e il desiderio di stuzzicare le mie voglie, o meglio di eccitarmi con qualcosa che alimentasse la mia immaginazione, non fece altro che amplificare i miei pensieri incestuosi. I porno non mi piacevano più di tanto, in realtà, adoravo piuttosto i racconti erotici e puntualmente andavo a cercare quelli con incesti.
I miei preferiti ovviamente quelli tra fratelli.
E più leggevo più si profilava nella mia immaginazione la figura di un fratello immaginario. Mi piaceva immaginarmi un fratello più grande che sapesse già come far godere una donna, con un bel paio di spalle e moro come me. E che si masturbasse tanto quanto me.
Una delle situazioni più eccitanti per me era quella in cui lo immaginavo sotto la doccia, con il suo cazzo bello duro e mentre puntualmente si masturbava, così, in casa, senza chiudere le porte.
Mi piaceva guardarlo tutto bagnato e coi muscoli dell’inguine scolpiti che usciva dalla doccia col cazzo di fuori, o osservarlo dallo spiraglio della porta mentre si faceva una sega. E magari essere sgamata e fare finta di vergognarmi.
Nella mia fantasia poi le cose andavano avanti. Mi accompagnavano per mesi, le modificavo, aggiungevo particolari, cambiavo il contesto.
C’erano volte in cui lo beccavo a guardarmi mentre mi masturbavo, o a rubarmi gli slip usati. Ed io – da gran porca – facevo in modo che tutto questo per lui fosse più facile, lo mettevo nella condizione di poterlo fare. Perché in fondo piaceva anche a me. E non poco.
Facevo la troia facendomi trovare in giardino con le tette di fuori a prendere il sole, o girando per casa con una gonna troppo corta e senza slip, o in camicia da notte semi trasparente e senza reggiseno.
La mia vita immaginaria con un fratello porco non si fermava qua. Aggiungevo ogni volta dettagli nuovi e lo facevo soprattutto la notte prima di addormentarmi, perché – si sa – un orgasmo concilia con il sonno. Ma solo l’idea che nel sonno potesse accadere di sognare un incontro son lui mi eccitava da matti.
Giorno dopo giorno iniziato a creare i capitoli interi, saltando i preliminari.
Scopare con un fratello è già di per sé, sia socialmente che biologicamente, una cosa illecita, poteva quindi bastare a dare una carica erotica elevatissima ai mie pensieri. Nelle mie fantasie non ero ancora così porca da pensare di farlo con i genitori in casa, quindi li mandavo via per ferie…e allora tutto poteva capitare.
La mia scena preferita era quella del film porno in salotto.
Lo trovavo a guardare film porno con gemiti, tette e accenni di sesso, gli piaceva così tanto che potevo vedere il suo cazzo duro sotto i suoi pantaloncini morbidi.
Mi sedevo accanto a lui – con suo grande imbarazzo – tanto che diventava rosso, voleva cambiare posizione mascherare e dissimulare l’erezione, fino a prendere il telecomando per voler cambiare canale.
Allora gli facevo capire che potevamo guardare quel film “sporco” insieme, che piaceva molto anche a me.
Nelle mie fantasie, una volta era lui ad allungare la sua mano sulla mia coscia nuda o un’altra volta ero io ad allungare le gambe, le appoggiavo su di lui e iniziavo a strusciare il piede “inavvertitamente” sul pacco, sul cazzo duro.
E da quell’innesco partiva tutto.
Mani che si intrecciavano, che cercavano carne da spogliare, da toccare.
La sua mano che, affamata, dalla coscia risaliva verso gli slip, a trovarli bagnati e dopo lievi e rapide carezze sopra la mia fica, si intrufolavano dentro ed esploravano il mio piacere.
Ed io gemevo.
E quando sentiva i miei gemiti veniva a cercami con la bocca, per mangiarmi, per divorarmi.
Senza staccarci, bocche, mani sulle tette o sulla fica, la mia mano a stringergli il cazzo, ci ritrovavamo nudi, con i nostri gemiti che si confondevano con quelli della tv.
Mi piaceva toccare quel corpo che avevo visto crescere e diventare interessante, dal quale sognavo tutte le notti di essere presa e sbattuta, ed ecco che nella mia testa tutto si faceva facile ed eccitante. Vero.
Gli facevo un pompino inginocchiata guardandolo negli occhi: sapevamo entrambi fosse una cosa proibita – come lo era tutto il resto – e più sentivamo il rischio più era difficile fermarsi.
Il suo cazzo era bello, possente, e dentro di sé, il mio fratello immaginario aveva la stessa passione che sentivo io per il sesso, la stessa dedizione nel dare all’altro piacere. Mi conosceva da sempre, sapeva dove farmi il solletico e dove farmi le carezze che mi facevano stare bene: ora doveva solo scoprire i punti che mi facevano godere.
Altre volte era lui che mi sistemava col culo sul bordo del divano ed iniziava a leccarmi la fica, come se non avesse desiderato altro per tutta la vita, facendomi godere più e più volte e quando imploravo pietà, era allora che iniziava a scoparmi come una bestia.
Dopo la prima volta non siamo più riusciti a fermarci. Ogni volta che i nostri genitori erano via anche per poco tempo, era sempre una buona occasione per scopare e per godere.
Nell’aria c’era quella elettricità di attrazione che non è facile respingere, che non la si può raccontare, così sporca per quello che rappresenta e proprio per questo così affascinante.
Purtroppo non ho un fratello e i vari cugini ormai sono tutti impegnati e non sono per le non monogamie, quindi – ahimè – resterà solo una fantasia, anche se a volte sogno di trovare un uomo folle come me a cui piaccia l’idea di fare un bel gioco di ruolo e che si finga mio fratello, per fare questo gioco di rincorse, spionaggi, e atti peccaminosi e proibiti che tanto mi eccitano.