Doveva essere fatto. E qualcuno doveva pur pensarci.
Sui preservativi, per diversi motivi, si sa ancora troppo poco e a volte quel poco che si sa non è neanche corretto. Sono in molti ancora, per esempio, a non sapere che nel processo produttivo di un preservativo e nella sua composizione possono esserci tracce animali. Sono ancora molte le persone, anche tra quelle con uno spiccato senso etico verso un modo di vivere più ecosostenibile e più giusto, a non considerare, per esempio, che molto spesso dietro la produzione di un preservativo vi sono, oltre che sperimentazioni sugli animali, anche condizioni lavorative poco dignitose.
Avere consapevolezza di cosa accade dietro la produzione di preservativi può portare a compiere una scelta etica, o perlomeno più consapevole, e quindi ad avere un approccio diverso al mondo dei preservativi: scegliere un preservativo che non contiene derivati animali o che è stato prodotto secondo le norme del commercio equo solidale può essere la scelta più giusta per vivere i propri rapporti oltre che in modo protetto anche in modo etico.
Abbiamo già parlato, in un nostro precedente articolo, di delocalizzazione della produzione dei preservativi in aree del mondo in cui produzione e costo del lavoro costano meno che nel Paese di appartenenza dell’azienda committente. Molti non sanno però che delocalizzare può voler dire – nella maggior parte dei casi – sfruttare il lavoro di essere umani costretti ad accettare condizioni di lavoro basse perché senza alternative.
Alcuni marchi, però, hanno deciso di iniziare nuovi processi di produzione che rispettano i diritti dei lavoratori, i territori e le loro risorse. Per questo motivo si parla di preservativi equo solidali.
Cos’è il commercio equo solidale?
Per commercio equo solidale, in inglese Fair Trade, si intende una forma di commercio sostenibile e rispettoso verso tutte le parti coinvolte nel processo produttivo. Far parte del commercio equo solidale significa riconoscere il giusto prezzo alle materie prime e al lavoro dei soggetti coinvolti: non si tratta di beneficienza e non si innescano meccanismi o sentimenti quali la pietà o la compassione.
L’obiettivo del commercio equo e solidale è quello di far crescere e sviluppare aziende e attività produttive nei Paesi in via di sviluppo permettendo loro di affacciarsi in un mercato internazionale che non sia quello dominante. Gli scambi e gli accordi avvengono nel pieno rispetto di un comune codice di comportamento, di condizioni sostenibili e di accordi sicuri che esulano dai rapporti di forza, dalle fluttuazioni dei mercati, delle monete, del marketing del mercato dominante.
Tutti i preservativi hanno inizio da lì, da quella parte del mondo che si suole chiamare “Sud del mondo”, indicando non tanto una precisa zona del planisfero quanto condizioni di vita relativamente basse e, ad ogni modo, in via di sviluppo.
Ma non tutti i preservativi sono prodotti secondo le norme del mercato dominante, in catalogo, per esempio, potrete trovare i preservativi Fair Squared. Ecosostenibili ed equo solidali, questi preservativi sono prodotti rispettando le risorse del territorio dal quale proviene il lattice e le condizioni di lavoro dei soggetti coinvolti in tutte le fasi della produzione. Il lattice viene raccolto in condizioni di sostenibilità dall’India del Sud e l’azienda collabora strettamente con la Fair Rubber Association. I preservativi Fair Squared sono completamente compostabili e vengono prodotti in Germania con impianti che riducono le emissioni di CO².
Sono prodotti inoltre senza test sugli animali e senza l’impiego di proteine animali, oltre ad avere un packaging totalmente riciclabile.
Quando fate l’amore siate sempre consapevoli e, soprattutto, preparàti.