Com’è la prima volta nella nostra mente
Molto spesso nella realtà dei fatti la prima volta non è proprio come ce l’eravamo sempre immaginata.
C’è chi riveste il primo rapporto sessuale di mistero e magia, come se fosse qualcosa di mistico, altri credono che – come accade nei film – sarà sicuramente un’esplosione di fuochi d’artificio e di piacere supremo e c’è invece chi vive l’attesa di quel momento con tensione e preoccupazione per quel che accadrà. C’è poi chi vive quel momento come il più bello della propria vita e chi invece come quello più terrificante con perdite di sangue emorragiche e gambe sciancate per settimane.
La prima volta – ammettiamolo – è qualcosa di più umano, spesso un evento di cui poi ci si ricorderà ridendo con frasi del tipo “Com’ero imbranat*”.
Magari lui per l’eccitazione e per il fatto di non saper dove mettere le mani durerà poco o non beccherà subito l’entrata giusta, o dovrà aprire 5 preservativi perché gli tremano le mani e non gli riesce metterlo nel modo giusto.
Magari lei si aspettava di provare subito un orgasmo ma è tornata a casa con la vagina dolorante e con qualche perdita di sangue, oppure non ha sentito proprio nulla.
Essendoci così tante varianti può essere utile non crearsi tante aspettative, ma puntare sullo stare bene con se stessi e con la persona che abbiamo scelto.
Come superare l’imbarazzo?
Una delle domande più frequenti è come ridurre l’imbarazzo della prima volta.
Quando il mare è ancora freddo e ci si tuffa, molto probabilmente seguirà un freddo polare, se invece iniziamo mettendo un piede in acqua e piano piano entriamo, il freddo non sarà avvertito nello stesso modo e staremo più a nostro agio. La stessa cosa la si può fare con un partner: non c’è bisogno di farsi trovare a letto nudi e pronti in modalità femme fatale, ma si può arrivare al risultato piano piano, spogliandoci a vicenda (o facendosi spogliare dal proprio partner), coccolandoci e facendoci accarezzare. Fare l’amore per la prima volta vuol dire perdere la verginità, un passo molto importante e in quanto tale necessita delle giuste attenzioni.
E – soprattutto – se ne può parlare prima! Delle paure che abbiamo, dei dubbi, dei desideri…
Spesso si pensa che l’altro debba arrivare a sapere esattamente cosa e come lo vogliamo. Questo si chiama telepatia e non esiste.
Ma su questa utopia si fondano spesso le relazioni, molti sono portati a pensare che dire al partner cosa ci piace o non ci piace faccia svanire un po’ la magia del momento, perchè si pensa che non sia stato lui ad avere l’iniziativa o a voler fare quello che ha fatto.
Facciamo un esempio: quando chiediamo alla mamma di farci le lasagne non sono meno buone perché gliele abbiamo chieste, abbiamo solo espresso un desiderio, un bisogno nel momento in cui lo stiamo sentendo.
La stessa cosa vale a letto, se vogliamo una carezza in un determinato punto e con una certa lentezza, perché non chiederla?
Se desideriamo una coperta su un pratino, con i petali di rosa, l’incenso e le candele per la prima volta, perché non dirlo?
Magari non sarà possibile costruire lo scenario in ogni dettaglio per problemi logistici, ma almeno non ci sarà la delusione che l’altro non ci è arrivato per conto proprio.
Sentirsi liberi di parlare e sapere che l’altro ascolta, migliora i rapporti. Se una certa carezza non ci piace e lo diciamo, mostrando cosa invece ci piace, ci renderà più felici a aiuterà il partner a conoscerci meglio per darci più piacere.
Stare zitti e fingere che ci piaccia non poterà a miglioramenti e tutto resterà uguale.
Cosa accade al nostro corpo quando perdiamo la verginità
Cosa succede al corpo femminile quando con la penetrazione si perde la verginità, come provare meno dolore e rendere questo momento più piacevole.
Le leggende sulle perdita di sangue derivano dalla rottura reale dell’imene: perdere la verginità implica la rottura dell’imene, una membrana che si trova all’entrata della vagina e che può avere varie forme, essere più o meno estesa. Più pelle copre l’entrata della vagina, più sangue e dolore connesso a questa rottura ci potrà essere. Talvolta se l’imene è un sottile filino, non ci sarà né perdita di sangue né dolore.
Il dolore può essere dato anche da tensione muscolare e scarsa eccitazione. Più la vagina resta contratta e meno eccitata, più fastidio proverà la donna. Anche per questo è importante parlare, dire dove o cosa si sente, e se è il caso fermarsi.
Per rendere più facile e meno dolorosa la penetrazione, si può dedicare del tempo a un massaggio della vulva e della vagina, magari con un lubrificante compatibile con i preservativi. In questo modo ci sarà più intimità tra i due amanti, senza fare inutili corse e imparando ad ascoltare e scoprire le zone più sensibili che portano maggior piacere.
Il massaggio porta la vagina a rilassarsi, quindi a essere più accogliente, e – se si sono toccati i punti giusti – porta anche un aumento del piacere: quando parlo di “punti giusti” mi riferisco al glande della clitoride, alle piccole labbra, all’entrata vaginale, al punto G.
Scambiarsi massaggi e carezze, non solo a livello dei genitali ma su tutto il corpo alla ricerca delle zone erogene, può influire molto sul sentirsi a proprio agio con l’altra persona: con il tocco facciamo sentire all’altro che lo accettiamo e ci sentiamo accettati ricevendo in egual maniera.