La sessualità nell’islam

Vi è permesso nelle notti di digiuno, d’accostarvi alle vostre donne: esse sono una veste per voi e voi una veste per loro ora giacetevi pure con loro e desiderate liberamente quel che Dio vi ha concesso, bevete e mangiate.” (Corano, II, vv. 183-187)

Matrimonio e rapporto sessuale nell’islam

Il Corano e le diverse interpretazione sono concordi nell’affermare che il rapporto sessuale rappresenta una legge universale. Esso è conforme alla volontà divina e all’ordine del mondo, anzi è addirittura il segno stesso della potenza di Allah. Tuttavia, affinché un rapporto sessuale sia halal (lecito) è necessario il matrimonio, il nikâh’. Letteralmente, la parola araba nikâh’ significa “rapporto sessuale”, “accoppiamento”, “coito”.
Il rapporto sessuale è un pilastro del matrimonio. Il nikâh’ rende leciti i rapporti sessuali, ma quest’ultimi hanno come effetto quello di legittimare il nikâh’ e persino di renderlo possibile. Infatti, un importante aspetto del nikâh’ è l’obbligo di soddisfare il congiunto. Nikâh’ e matrimonio non consumato si escludono a vicenda.

Come afferma Abdelwahab Bouhdiba nel suo saggio “La sessualità nell’islam”, nell’islam la sessualità beneficia di uno stato privilegiato. Che si tratti dei testi che ne regolano la pratica nell’àmbito della vita collettiva o di quelli che restituiscono al sogno tutta la sua ricchezza onirica, il diritto ai piaceri del sesso è ricordato dappertutto in maniera risoluta. L’Islam è poesia sentimentale della vita. In effetti, viene immediatamente riconosciuta la dimensione sensuale della sessualità. Il Corano aggiunge una dimensione d’essenza estetica a quella biologica ed etica dell’amore. L’amore, in quanto attività ludica, fa anch’esso parte dei doni divini.
Il Corano constata: “Fu reso adorno agli occhi degli uomini l’amor dei piaceri, con le donne” (Corano, III, v. 14). Sottolineiamo qui il termine Zuyyna. Il piacere sessuale, infatti, è inteso nella stessa accezione del termine zinâ, vale a dire decoro, attrazione, ornamento.

Per l’islam il matrimonio è un’azione fortemente raccomandata, l’islam si oppone con forza al celibato e alla vita monastica. Secondo un famoso hadith (detto) di Maometto, “l’uomo che si sposa acquisisce la metà della sua religione”.

Spiritualità e sessualità nell’islam

L’islam crede che il matrimonio non sia per nulla un ostacolo sul cammino spirituale, al contrario, aiuta chi lo percorre. Una persona che può soddisfare i propri istinti sessuali lecitamente soffre meno distrazioni nel viaggio spirituale. L’amore per le donne e la fede sono interrelati. In un hadith, Umar bin Zayd riporta che l’Imam Ja’far as-Sadiq disse: “Non penso che la fede di una persona possa crescere effettivamente se non è cresciuto il suo amore per le donne”. Lo stesso Imam disse: “Ogni volta che l’amore di una persona per le donne cresce, la sua fede cresce in qualità”.

Ogni forma di ascetismo viene condannata: chi disprezza il corpo, infatti, disprezza anche lo spirito. La sessualità non si riduce alla procreazione che, tuttavia, permane come missione sacra della sessualità, finalità principale dell’amore e segno della potenza divina. L’atto riproduttivo è fortemente raccomandato. Il Profeta ha ordinato: “Godete e riproducetevi”.

L’islam riconosce le necessità sessuali degli esseri umani e crede che gli istinti naturali debbano essere educati, non repressi. L’islam afferma che le parti biologiche del nostro corpo hanno uno scopo, non sono state create inutilmente. La pratica della sessualità, dunque, è una dialettica che coniuga il ludico e la procreazione.

L’islam si prefigge di insegnare ai Musulmani come soddisfare i propri istinti sessuali in modo responsabile, non di reprimerli. Nei prossimi articoli andremo a scoprire diversi aspetti della sessualità nell’islam: obblighi, norme, prescrizioni e consigli.

Concludiamo con le parole di Abdelwahab Bouhdiba: “La sessualità appagata e l’amore realizzato nella gioia sono una maniera di ringraziare Dio delle grazie prodigate. l’amore musulmano è un amore senza peccato, un amore senza sensi di colpa, e in cui piacere e senso di responsabilità sono contigui.