Da sempre il tradimento, in particolare in amore, è stato considerato un comportamento riprovevole. A nulla sono servite le numerose rivoluzioni sessuali: rispetto all’esclusività dell’affetto nelle coppie stabili di qualsiasi tipologia esse siano, il tradimento si digerisce molto difficilmente.
Chi lo subisce viene investito da un tempesta di emozioni, dalla rabbia alla tristezza, passando per la vergogna e l’impotenza.
I motivi che portano a scappatelle e storie parallele ci fanno riflettere sulla coppia, la monogamia e il concetto di fedeltà.
Quando si parla di tradimento si pensa subito a qualcosa di sbagliato. E può darsi che in alcuni casi lo sia. Ma generalizzare a prescindere, tentare di ridurre un comportamento umano a uno stereotipo, spesso costituisce un limite e ci priva della possibilità di arrivare a una comprensione più profonda delle dinamiche individuali e di coppia.
In questo senso il tradimento è ancora un tabù – per questo praticato di frequente e in modo clandestino – e forse l’unico modo per sdoganarlo è affrontarlo a viso aperto, analizzando quali sono le cause che portano al tradimento, riflettendo sui concetti di fedeltà e monogamia in modo non superficiale o ideale, ma semplicemente umano. Come abbattere un tabù sul sesso ci aiuta a viverlo con più serenità, lo stesso potrebbe avvenire con questo grande tabù dei sentimenti che è l’infedeltà, portando a una vita di coppia più ricca e più matura.
Appena ci si ferma a pensare, infatti, è facile accorgersi che esistono tanti tipi di tradimento quanti i tipi di amore: c’è il tradimento platonico, quello del cuore e quello per sesso, quello per ripicca…C’è il tradimento che accende la passione e quello che celebra il funerale del sentimento, c’è il tradimento seriale e quello occasionale.
Poiché nella coppia le responsabilità di come va una relazione sono sempre condivise, il tradimento non fa eccezione. Non solo: cause diverse, portano a effetti diversi anche nell’infedeltà, non sempre necessariamente negativi.
Modo di manifestarsi del tradimento
Sembrano esserci differenze tra uomini e donne nella conduzione della relazione extraconiugale:
- le donne associano la relazione furtiva a un coinvolgimento emotivo e amoroso, la collegano ad un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla clandestinamente;
- gli uomini al contrario, l’associano più al piacere sessuale e non cominciano una relazione adulterina per motivi di insoddisfazione rispetto alla coniuge; non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione.
Il tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci sono nella coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono in rotta, a quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in cui il coniuge insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio l’infedele nega e l’altro cerca di ignorare i segni della relazione. Altro passo importante è la rivelazione, questo è il punto più sconvolgente, perché il quadro della coppia e del matrimonio non è più lo stesso.
La maggior parte dei tradimenti dura da pochi mesi a un anno o due. Oltre questo tempo o il matrimonio finisce o la relazione si pone in parallelo al matrimonio. A volte l’infedele confessa, talvolta gli amici lo dicono al coniuge, più spesso quest’ultimo trova un indizio compromettente.
Quali sono le cause più comuni?
- Si tradisce per la maggior parte perché qualcosa non funziona o manca nella coppia. Il tradimento quindi diventa una via di fuga dai problemi della vita a due, una valvola di sfogo per una parte di sé che non trova soddisfazione nella relazione attuale, che viene mantenuta. Ci sono coppie che non riescono a comunicarsi le difficoltà e si servono di una relazione extraconiugale per uscire da una cappa di controllata amabilità. In questo caso, forse restare fedeli al partner di sempre significa tradire sé stessi, e tradire il partner significa non essere fedeli a un’idea di relazione esclusiva, sia a livello affettivo che sessuale. In entrambi i casi, sembra che si debba sacrificare una parte di felicità.
- La noia può anche essere un movente, dove la scappatella diventa un modo per spezzare una routine logorante,sentirsi vivi e seducenti, e magari riaccendere il fuoco della passione anche nel letto coniugale. Spesso quindi non si tratta di un’assenza di sentimento, ma di una mancanza di intensità. Forse, visto che è noto quanto l’abitudine possa ingrigire anche la passione più accesa, bisognerebbe lottare per contrastarla e nutrire l’amore tutti i giorni.
- C’è chi tradisce per puro diletto, per assaporare il brivido della trasgressione o per avere conferme sulle proprie capacità di seduzione con cui cementare una fragile autostima. Il narcisismo comporta la totale incapacità alla sintonizzazione empatica; l’altro viene vissuto in maniera utilitaristica e risponde ad un bisogno ego-centrato che non implica alcuna compartecipazione.
- Il bisogno di ottenere risarcimento affettivo tramite la vendetta (“tu l’hai fatto prima di me”). Anche in questo caso manca una visione matura del rapporto. Chi tradisce è dotato di scarsa considerazione di sé e ricerca nel nuovo partner un rispecchiamento positivo e una conferma. Tradisce per riempire il vuoto in cui la delusione del precedente partner l’ha condotto: “non puoi più essere il mio amore ideale e per questo devi pagare”.
Come si reagisce ai tradimenti?
La persona tradita potrebbe essere incapace di perdonare, rimanere fissata nel trauma, piena dirisentimento, vendicativa, cieca a ogni comprensione e adottare scelte negative.
- la prima di queste scelte sbagliate, anche se naturali, è la negazione. Se in un rapporto veniamo abbandonati, siamo tentati di negare il valore dell’altra persona, di vedere, improvvisamente, tutte le sue negatività. Questa svalutazione repentina dell’altro, sono la reazione alla precedente idealizzazione e alla fiducia illimitata dovute alla negazione dell’ambivalenza (compresenza dell’amore e dell’odio) dell’altro.
- Più pericoloso è il cinismo. Una delusione amorosa, porta spesso la persona tradita non solo a negare il valore della relazione e della persona in causa, ma l’amore in genere diviene per essa un inganno. “Fatti furbo e tieni gli occhi aperti. Colpisci l’altro prima che sia lui a colpire te…”.
- Il terzo e principale pericolo è il tradimento di se stessi. Nella relazione intima mettiamo allo scoperto qualcosa di intimo e segreto di noi che avevamo tenuto nascosto: “Non l’avevo mai detto a nessuno prima…”. La lettera d’amore diviene roba scioccamente sentimentale, il sogno, il desiderio di vita insieme, vengono ridotti a qualcosa di ridicolo a robette da niente. È un rivolgersi contro le proprie esperienze e il proprio sistema di valori. Tralasciamo la cosa essenziale che è richiesta per la nostra crescita: di essere ciò che si è e di non rinnegare l’esperienza passata, non importa quanto questo possa fare male.
- Un’altra possibile soluzione negativa è quella paranoide-controllante. Anche questo è un modo di proteggere se stessi da un nuovo tradimento, creando un rapporto perfetto, che richiede il giuramento di lealtà e non tollera incertezze. Il motto è “Non mi devi abbandonare mai”. Ma se il tradimento coesiste con la fiducia, come seme contrario in essa sepolto, l’esigenza paranoide di un rapporto senza possibilità di tradimento non può basarsi sulla fiducia né sulla libertà dell’altro, appartiene più al potere coercitivo che alla sfera dell’amore.
Poi ci sono quelli che perdonano sempre e comunque.
È una specie di accanimento coniugale per rimettere tutto a posto, fingendo che non ci sia niente che non vada, che tutto funzioni come prima. Significa svolgere la parte del genitore che comprende, accoglie e perdona. Ma i partner non sono genitori l’uno dell’altro. Può voler dire dipendenza e impossibilità di essere autonomi. Nei casi più estremi, scusare sempre può rivelare che non siamo capaci di rispettarci fino in fondo, che l’altro può fare di noi ciò che vuole.
Cosa può significare il tradimento a livello di coppia?
L’esperienza dell’infedeltà assume per ognuno una valenza personale, oltre che culturale, legata ai propri modi di pensare e di vivere la coppia e se stessi. Sono innegabili comunque i vissuti profondi che in genere vanno a smuovere, anche se non se ne vuole prendere coscienza: di abbandono; di perdita; di rabbia per chi lo subisce; spesso di colpa e di disorientamento anche per chi lo conduce.
Sembra che si somiglino un po’ tutte le storie d’amore nelle quali avviene un tradimento. Ad un certo punto, a ciel sereno, arriva inaspettatamente nella coppia una terza persona e succede un disastro. Qualcosa si rompe, prendono vita le parti del traditore/tradito, ingannatore/ingannato.
Il piano sul quale ci si limita a guardare le cose è sempre lo stesso, tra buono e cattivo.
Più rara è invece la ricerca di un significato dentro la coppia. Perché se esiste un “tradimento”, esiste anche una relazione più o meno duratura, più o meno stabile, nata e sostenuta da un patto implicito, od esplicito come nel matrimonio, riguardo l’intimità, inclusa fedeltà sessuale ed emotiva. Un patto che in un qualche modo viene violato.
Ma con una relazione extra, chi o cosa viene tradito? Il partner? La relazione? Il progetto di coppia? Noi stessi che tradiamo?
In una analisi della coppia il tradimento dice qualcosa di più. Che si è rotto uno schema di continuità, che poteva essere rassicurante ma non costruttivo. Che non è mai un evento inaspettato e inspiegabile perché si inserisce in rapporti con fratture manifeste o nascoste, dove ci sono comunque dei vuoti che si cerca di riempire con qualcosa che viene da fuori: un’altra persona, un lavoro, un altro figlio, una nuova passione. Ci dà indicazioni sul fatto che forsenessuno in quella coppia è presente al rapporto e, allo stesso tempo, non è in grado di rimanere da solo. Sono due partner che restano accanto, però non sono insieme, che possono anche mantenere un’attività sessuale ma non si entusiasmano più, si sono persi, non c’è più piacere nel trovarsi, parlarsi e ascoltarsi. Non si emozionano più.
Secondo diverse teorie scientifiche del comportamento, il tradimento è un evento con potenzialità trasformative. È visto come un tentativo che la coppia in crisi mette in atto nella speranza di cambiare. E’ come se i due partner inconsapevolmente lo “concordassero” insieme. È considerato una strategia creativa usata dalla coppia per evitare di far fronte ai propri problemi. Perché ilpatto alla base di una relazione amorosa non è scontato ma va rinnovato continuamente ed è in questo senso che è possibile vedere l’infedeltà come elemento costruttivo. Le ristrutturazioni degli equilibri di coppia sono sempre complesse, delicate, non prive di battute d’arresto.
Lo psicoanalista Aldo Carotenuto scrive che “anche se spesso il tradimento viene vissuto come la distruzione dell’amore, in realtà esso rappresenta il motore della sua trasformazione”. Il messaggio è che “cambiamento e fallimento sono profondamente legati e quindi se non attraversiamo il fallimento, l’errore, la ferita, la disillusione, non saremo in grado né di guarire, né di proseguire per la nostra strada”.
Il tradimento, come ogni comportamento all’interno della coppia, deve essere valutato al di fuori dello scenario normativo e inserito in un contesto più ampio in cui rintracciare il senso delle cose.
Un modo forse per comprendere meglio il senso del tradimento è quello di capire se alla base di tale comportamento vi sia la ricerca del potere o meno. Se il tradimento viene perpetrato per vantaggio personale (ottenere piacere, per soddisfare un desiderio narcisistico,…) si può esser certi che il potere ha sopraffatto l’amore. Se situiamo l’avvenimento (sottraendolo ad uno scenario normativo) in una prospettiva di amore al fine di cambiamento nella relazione di coppia, la situazione ha di nuovo un significato.
Immettere l’avvenimento nel contesto più ampio, è la via per andare avanti. Solo questo può portare verso il perdono.
Il perdono
Il perdono non è una cosa facile: se una persona è stata offesa, non può perdonare solo perché “dovrebbe”. Nessuno può dirci se e quando è il caso di perdonare, ognuno ha una propria risposta che attiene ad una sfera molto intima.
La persona è resa vitale dal suo amor proprio, dal suo orgoglio e dal suo onore. Probabilmente tutto ciò che la persona può fare è volere che venga il perdono e aspettarlo; il resto deve venire, se viene, dalla parte più profonda di se stessi. Proprio come la fiducia ha in sé il seme del tradimento, il tradimento ha in sé il seme del perdono.
Né la fiducia né il perdono possono essere compresi fino in fondo senza il tradimento.
Il tradimento è il lato oscuro di ambedue, ciò che dà loro significato e li rende possibili. Ma il perdono è così difficile che probabilmente ha bisogno di una certa partecipazione anche da parte dell’altro, cioè del traditore.
Alcuni torti subiti non si cancellano mai veramente, eppure si possono sciogliere, a volte con un confronto o uno scontro, altre volte con un processo interiore. È necessario evolvere in questo senso, e non rimanere ingessati in posizioni controproducenti per la relazione e per se stessi.
Ma se il tradito percepisce l’offesa, mentre l’altro ci passa sopra con le razionalizzazioni, il tradimento è ancora in atto, anzi è accresciuto. Questo schivare ciò che è realmente accaduto è, di tutte le amarezze, la più acuta per il tradito. Il perdono difficile, il risentimento cresce perché il traditore non si responsabilizza per la sua colpa. Il significato delle nostre colpe è che noi le portiamo su di noi stessi, cioè non le scarichiamo su altri per fargliele portare in vece nostra. Ma per assumersi le proprie colpe bisogna riconoscerle. Psicologicamente portare una colpa significa semplicemente riconoscerla e ricordarla.
Qual è il fine del tradimento nella vita psicologica? Cosa ci insegna la vita reale?
Attraverso un rapporto di stretta vicinanza, quale quello amoroso, noi possiamo vivere uno stato di regressione a un primitivo stadio di “fusione” con l’altro o rivivere la “simbiosi” madre-figlio. Possiamo vivere il rapporto con l’altro in modo esclusivo, idealizzato, con una fiducia cieca e totale, affidandoci in piena sicurezza completamente a lui/lei.
Secondo lo psicoanalista junghiano James Hillman, dobbiamo interrogarci sul fatto se questa fiducia illimitata non sia forse illusoria e infantile, perché la vita reale ci porta a considerare una forma di fiducia che contempli la possibilità del tradimento. Il tradimento arriva proprio da quei rapporti dove la fiducia illimitata è possibile: noi possiamo essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente da amanti, mogli, mariti e non da nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il tradimento. La fiducia ha in sé il germe del tradimento, che diventa una possibilità reale con cui vivere continuamente. Se l’esperienza e i dati disponibili ci dicono che l’infedeltà e l’adulterio sono da sempre esistiti, dobbiamo concludere che la fiducia illusoria e immatura deve essere spezzata perché i rapporti evolvano e possano crescere. Sarà necessaria una crisi, una rottura caratterizzata dal tradimento, che è la “conditio sine qua non” per l’ingresso nel mondo reale della coscienza e della responsabilità umana. Amare solo quando ci si può fidare ciecamente, quando si è sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa ignorare il male che è in noi e quindi essere fuori della vita reale.