Sesso e terza età: cosa accade

Sessualità nel climaterio e nella terza età nella nostra società

Il termine “terza età” si riferisce ad una lunga fase della vita, il cui inizio è convenzionalmente fissato intorno ai 65 anni. Lo stereotipo sociale, influendo sulla nostra percezione, tende a farci considerare le persone anziane come soggetti “asessuati”, oltre che isolati o soli, particolarmente dipendenti, affetti da patologie.  Si assiste, insomma, alla negazione della sfera sessuale e l’anziano è trattato alla stregua di un preadolescente, come se la sessualità non lo riguardasse e, anzi, talvolta, neppure esistesse.
Il climaterio, che indica il periodo di passaggio, comune agli uomini e alle donne e dai limiti assai variabili, tra l’età adulta e la terza età, prevede una serie di cambiamenti fisiologici causati dalla menopausa nelle donne e dalla cosiddetta andropausa negli uomini.

I cambiamenti socioculturali e il miglioramento delle condizioni di vita stanno progressivamente incidendo sullo stereotipo dell’anziano come individuo asessuato determinando un interesse scientifico nei confronti di questa fase di vita.

Cosa accade nelle donne?

I cambiamenti influenzano notevolmente la qualità di vita e la salute psichica degli individui. Le modificazioni fisiche più frequenti dovute alla menopausa, che mediamente avviene intorno ai 50 anni per le donne europee, comprendono: l’interruzione della produzione di estrogeni, e quindi della funzione riproduttiva; l’atrofia dei tessuti estrogeno-dipendenti, quali la vagina, la vulva, la vescica e l’uretra; cambiamenti metabolici, che possono portare maggiori rischi di osteoporosi e malattie cardiovascolari; disturbi del sonno e disturbi dell’umore, quali le depressioni. Questi cambiamenti possono diminuire la lubrificazione vaginale e, di conseguenza, il piacere del rapporto sessuale. La secchezza vaginale e i più notevoli cambiamenti del corpo, presenti soprattutto nella fase di transizione della menopausa, possono influenzare negativamente l’autostima, la fiducia nelle proprie capacità seduttive e di conseguenza la risposta sessuale.

Esistono, inoltre, delle terapie ormonali sostitutive per le donne, che aiutano ad alleviare i sintomi della menopausa da un punto di vista fisico, con possibili e conseguenti effetti positivi sulla propria immagine di sé. Non è ancora oggi del tutto chiara, però, la correlazione tra menopausa e la diminuzione del desiderio o la depressione: sulla prima sembra influire maggiormente la qualità della relazione, mentre la seconda è determinata più da fattori ambientali e risorse personali, quali una scarsa autostima o la mancanza di ruoli significativi.

E negli uomini?

Il climaterio maschile, chiamato impropriamente andropausa, consiste in una serie di cambiamenti psichici e biologici che avvengono tra i 50 e i 60 anni, quali: diminuzione dei livelli di androgeni con conseguente graduale riduzione del testosterone; cambiamento nelle funzioni riproduttive, che non comporta, come nelle donne, una totale interruzione della capacità riproduttiva, ma solo un decremento nella produzione di spermatozoi; modificazioni vascolari e metaboliche, che causano l’allungamento del tempo necessario per ottenere l’erezione e per mantenerla e che, in alcune patologie, come l’arteriosclerosi e il diabete, possono causare deficit erettili; aumenti dei rischi per la salute, dovuti alla diminuzione dei livelli di testosterone.

Negli uomini la risposta sessuale è condizionata da un processo di invecchiamento corporeo che può determinare modificazioni in molti aspetti della sessualità: l’eccitazione avviene in un lasso di tempo maggiore e perché essa si realizzi è necessaria una stimolazione più intensa; il coito si prolunga. La durata dell’orgasmo si abbrevia e il periodo refrattario, cioè il tempo necessario per avere un nuovo rapporto sessuale, si allunga; l’erezione dipende maggiormente da una stimolazione tattile del pene. L’invecchiamento incide anche sulla fase eiaculatoria della risposta sessuale: le contrazioni muscolari orgasmiche diventano minori e meno intense, c’è un lento e graduale declino nel volume dell’eiaculato, la sensazione di urgenza eiaculatoria è ridotta e il rapporto può aver luogo senza eiaculazione. Tutti questi fattori possono minare l’identità virile dell’uomo, che quindi vede ridotta la sua capacità sessuale, la performance, ma soprattutto l’integrità della sua personalità, sotto tutti gli aspetti. Sulla risposta sessuale maschile influiscono anche fattori psicosociali, come la perdita della partner o il diminuito interesse nei suoi confronti o una relazione coniugale disfunzionale.

Influenza degli agenti stressanti ambientali

Il traguardo della terza età costituisce pertanto un momento in cui la persona si trova a dover affrontare una serie di profondi cambiamenti sia fisiologici, che sociali e relazionali. L’influenza di agenti stressanti ambientali, l’isolamento sociale e l’assenza di un partner possono predisporre all’insorgenza di un disturbo psichico in età avanzata e la presenza di malattie croniche o invalidanti, oltre a poter segnare la fine dei rapporti sessuali, può determinare lo sviluppo di un disturbo depressivo, in prevalenza nel sesso femminile, che può rappresentare un vero e proprio nemico per la sessualità: il disinteresse sessuale può, infatti, essere il riflesso di uno stato di depressione.

Tuttavia, le ragioni principali per cui l’attività sessuale femminile può subire un declino restano l’assenza di un partner sano e la morte del coniuge, vista la maggiore longevità media delle donne.

Per l’uomo, invece, il pensionamento costituisce un’ulteriore deprivazione della sua virilità e una sorta di “morte sociale”, confermando come il binomio lavoro e sesso formino i pilastri dell’identità maschile odierna. La fine dell’attività lavorativa lascia spazio ad una maggiore disponibilità di tempo libero, difficilmente gestibile fino a quando l’anziano non riuscirà a riorganizzare il suo stile di vita e accettare il suo nuovo status sociale.

La visione completamente pessimistica sulla vecchiaia che la nostra società offre e, soprattutto, fla scarsa informazione sulle normali modificazioni psico-fisiche, non fa che alimentare l’ansia nel soggetto di terza età, che vive quindi il suo corpo come privo di valore, si sente in colpa nel provare desideri sessuali, e arriva a evitare la sessualità. Questi pregiudizi determinano una vera e propria riduzione o sospensione dell’attività sessuale nella terza età, che gli anziani affrontano secondo due modalità: mantenendo un silenzio discreto o elaborando un sentimento di avversione verso la sessualità, percepita come non consona alla figura dell’anziano.

La resilienza o capacità di reagire

Molte persone sfruttano questo periodo per viaggiare, fare sport, impegnarsi in attività di volontariato, iscriversi a corsi universitari appositamente creati per studenti della terza età, dedicarsi alla creatività e quindi a occupazioni che agevolano anche il mantenimento di buone funzioni cognitive e fisiche.

Un nuovo ruolo sociale è spesso offerto dalla comune condizione di essere nonni, che impegna specialmente le donne, solitamente incaricate dell’accudimento dei nipoti, in nuovi compiti che permettono alla persona di rimettersi in gioco, rafforzare e migliorare i legami e gli affetti familiari e arricchirsi nell’interazione nonno-nipote, mantenendo quindi la sensazione di valere nel rapporto con gli altri.

La capacità di reagire positivamente ai cambiamenti psicofisici e agli stereotipi socioculturali da parte dell’anziano può aumentare in quest’ultimo l’autostima e la fiducia in se stesso. Generalmente, la fine dell’attività sessuale è per lo più causata da fattori psicologici e sociali, che non da problematiche fisiche e biologiche: la possibile modificazione della risposta genitale non comporta anche la scomparsa del bisogno affettivo o della vita sessuale e alcuni autori ritengono, invece, che nell’anziano si manifesti una sessualità diversa, che privilegia gli aspetti affettivi, andando oltre la dimostrazione della performance; infatti, rispetto alla possibilità del coito vaginale o al raggiungimento dell’orgasmo, alla frequenza e all’intensità del rapporto, vengono messi in risalto il bisogno di vicinanza e la necessità di sentirsi desiderati e apprezzati. Superata la fase critica di accettazione dei cambiamenti, trovato un nuovo equilibrio acquisendo nuovi ruoli, la sessualità della coppia può godere di maggiore libertà, poiché non è più necessario alcun espediente contraccettivo, e aumenta il tempo libero e gli spazi fruibili per dedicarsi allo scambio affettivo.

La capacità di restare soli

E’ necessario inoltre attribuire anche una diversa connotazione al concetto di solitudine: non mero isolamento, ma capacità di autonomia. La maturità psichica di una persona è contraddistinta da una serie di elementi, tra cui la capacità di stare soli. Un anziano solo è più fragile di uno con socialità, ma la solitudine può acquisire valore positivo. Un nucleo familiare e legami affettivi generano situazioni favorevoli, ma se non ci sono, la solitudine può diventare capacità di reggere in autonomia l’assenza di rapporti sociali diretti.

I dati statistici

Al contrario di ciò che la società cerca di trasmettere ai suoi componenti, numerose ricerche a livello internazionale hanno dimostrato che molti anziani continuano ad avere una vita sessuale e affettiva fino ad età avanzata e riescono ad elaborare positivamente la propria sessualità di fronte all’invecchiamento. La maturazione personale porta l’anziano a vivere la pienezza della sessualità, esplorando quest’ultima con molta più consapevolezza, compensando la diminuzione delle spinte ormonali con il desiderio e l’unione emotiva.

Secondo l’Associazione italiana psicogeriatrica, il numero di anziani che conserva una vita sessuale dopo i 75 anni è più ampio del previsto. Anche in tarda età gli uomini che fanno sesso sono circa il 40%, mentre le donne il 16,7%.

Un elemento spesso trascurato dai medici. Il compito del medico invece è quello di occuparsi della sessualità tra gli anziani anche perché si tratta di un importante indicatore per valutare la qualità della vita. Per sessualità non si intende necessariamente il rapporto sessuale completo, ma anche altre forme di erotismo sessuale che gli anziani possono trovare.

Nel 2015 un sessuologo del Kinsey Institute rilevava che nel gruppo di età fra i 75 e gli 85 anni il 38,5% degli uomini e il 16,7% delle donne riferiva di avere avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso. Una curiosità, che lascia intendere come gli uomini ricerchino partner spesso più giovani.

Il Censis nel 2000 con una ricerca sottolineava come il 73,4% dei nostri connazionali fra i 61 e i 70 anni e il 39,1% degli over 70 si abbandonasse pienamente ai piaceri del sesso.

Chi è anziano?

I gerontologi giapponesi hanno appena coniato il termine “pre-elderly” (pre-anziano) per chi ha tra i 65 e i 75 anni di età. Si diventa vecchi solo a 75 e lo si è fino agli 89. Poi, dai 90 si diventa, a buon diritto, super-vecchi.

La Società giapponese geriatrica nel 2017 ha sancito scientificamente quello che empiricamente già era stato osservato: prima dei 75 anni, uomini e donne sono indipendenti, pieni di interessi e passioni. «I settantenni stanno meglio, mangiano bene, sono energici», si legge nel report redatto dalla Società stessa. Certo, il Giappone è il paese più longevo al mondo, ma l’Italia non è da meno.
In Italia gli ultrasessantacinquenni superano i giovani (sono il 22% della popolazione contro il 13,7% rappresentato dagli italiani tra 0 e 14 anni), sono in buona salute e persino gli ultraottantenni sono raddoppiati in quindici anni. Il nostro Paese è popolato di anziani, l’età media è aumentata del 4,5% in dieci anni e si invecchia meglio. Attenti al fitness e a piacere agli altri. E pronti a innamorarsi ancora, o comunque a vivere pienamente la coppia. In Italia come in tutto il mondo industrializzato. E Hollywood se n’è accorta: gli amori senili non sono più un tabù e i film su coppie agée, con tanto di scene intime, non mancano. Ottimo, perché, affermano i medici, gli over 65 innamorati vivono più a lungo rispetto ai single, ai divorziati e ai vedovi. Grazie ai miglioramenti sanitari e sociali, oggi le patologie hanno meno peso sulla vita degli anziani. Innamorarsi andrebbe raccomandato alla pari dell’attività fisica e della sana alimentazione perché i rapporti familiari e sociali sono farmaci naturali. I sessantenni e i settantenni di oggi, uomini e donne, non sono più vecchi rinunciatari. Oltre all’uso più comune di farmaci tipo viagra, si assiste a un allungamento degli anni dedicati all’affettività e all’intimità, per entrambi i generi.