Il piacere della pipì o pioggia dorata: tutti i segreti del pissing

 

Probabilmente qualcuno di voi penserà che questo termine abbia a che fare con lo squirting, ovvero il liquido emesso dalle donne in seguito a stimolazione vaginale, noto anche come eiaculazione femminile.

E invece no, non si parla di squirt ma la protagonista di questa pratica è l’urina.

…E già immagino alcuni (o molti?) di voi storcere il naso e pensare “bleah che schifo”.

Questa è una delle reazioni quasi istintive, tipica della maggior parte di chi partecipa ai miei incontri quando parlo di questa pratica o quando qualcuno pone una domanda a tal proposito.
Primo suggerimento, anzichè dire “che schifo” provate a dire “questa cosa non mi piace”. Questo perchè non si possono conoscere i gusti sessuali degli altri (fantasie, pratiche che vorrebbero sperimentare, pratiche nelle quali già si cimentano) e quel commento verrebbe interpretato come “tu fai schifo”.

L’eccitazione che deriva dai “giochi bagnati” prende il nome di urofilia ed è una forma di feticismo. I feticismi non sono considerati una patologia fintanto che la persona riesce ad eccitarsi anche nei modi “tradizionali”. Quindi una persona a cui piace questo tipo di pratica non è da considerare un malato o depravato, ha semplicemente dei gusti diversi.
Si tende a pensare che la pioggia dorata sia un feticismo vissuto solo all’interno del panorama BDSM. Non è vero, ci sono persone a cui piace e che sono del tutto distanti dal contesto dominazione/sottomissione.

zeus pratica la pioggia dorata su diana

Cosa può piacere agli amanti della pioggia dorata?

Le categorie sono tante! Partendo dalla più semplice che è quella di vedere urinare una persona, si passa al far indossare maschere o imbuti per far “ingozzare” chi riceve l’urina affinchè la beva tutta.
Il passaggio successivo è quello di urinare addosso a una persona o essere bagnati dall’urina del partner di giochi in qualsiasi parte del corpo. Lo scopo è quello di provare e far provare piacere. Le zone variano, in relazione ai gusti delle singole persone, le più gettonate sono il viso e i genitali.
E, infine, c’è chi ama bere l’urina – non a scopi di sopravvivenza s’intende – e questa pratica prende il nome di urofagia.

Perchè piace giocare con la pipì?

Non c’è una risposta unica o esaustiva. Può piacere il gesto in sè di essere bagnati dal liquido caldo o l’idea perversa del gesto stesso. Può celare anche desideri più profondi come quello di dominazione e sottomissione, dove il sottomesso viene umiliato nel dover raccogliere gli scarti del dominante. Questa non è una vera umiliazione, nei rapporti BDSM le pratiche seguono le regole del SSC (Sano, Sicuro e Consensuale) quindi il sottomesso ha prima accettato di voler partecipare a questa pratica, sia perchè si eccita proprio nel ricevere urina, sia perchè lo eccita il fatto di essere nominato o considerato “cesso umano”.
Altri vedono il pissing come il modo per marcare la propria proprietà, un po’ come fanno i cani che marcano il territorio.
Queste sono un po’ delle generalizzazioni, l’argomento può essere visto da tanti altri punti di vista e il sentire è molto personale.

Come si fa? Come iniziare a provare la pioggia dorata?

La prima cosa è che entrambi i partner abbiano desiderio di provare: se uno dei due non è convinto, l’esperienza potrebbe essere vissuta negativamente, come per tutte le cose d’altronde.

Chi urina viene chiamato dagli addetti ai lavori “donatore”, mentre la persona che la riceve “ricevente”.

Una precisazione, il donatore può essere sia donna che uomo, così come anche per il ricevente!
Il luogo più appropriato per evitare odori sgradevoli, scivolate, o dover interrompere i giochi per pulire, è la doccia o la vasca. Se non si è sicuri che piacerà o meno, l’acqua resta a portata di mano per potersi sciacquare subito, o ricevere l’urina assieme all’acqua corrente.
Si può andare per gradi, urinare prima sulle gambe, poi in altre parti del corpo per arrivare al viso, sempre che sia una cosa desiderata.
Le posizioni sono agevolate per gli uomini che donano la loro pioggia dorata, perchè possono muovere e orientare il pene. Mentre per una donna donatrice le posizioni sono più limitate, spesso in piedi o accovacciate con il ricevente inginocchiato o sdraiato.

Bere l’urina

Le urine sono un liquido di scarto del nostro corpo: esse contengono prodotti metabolici come l’urea che – se accumulati nel sangue – potrebbero essere dannosi. Nelle urine finiscono anche i metaboliti dei farmaci e degli integratori che l’individuo sta prendendo.

Bere la propria urina produce meno rischi di infezione che bere l’urina di un’altra persona. Questo perchè la vescica, uretra e urine non sono sterili. Nella vescica c’è un microbioma che la fa stare in salute, ma questi batteri sono adatti alla vescica ma non tanto alla bocca. Inoltre se ci fosse uno squilibrio o un’infezione misconosciuta, potrebbe infettare il ricevente.

Per chi desidera provare, o è già praticante, si suggerisce di:

– farlo solo con partner fidati di cui si conosce lo stato di salute e l’igiene;

– bere poche quantità per non sovraccaricare il proprio corpo nel gestire i metaboliti dell’altra persona:

– evitare la prima urina del mattino in favore delle successive, magari dopo una bella bevuta di acqua o simili;

– non bere l’urina se il donatore sta assumendo farmaci e/o integratori;

– non bere urina se è in corso un’infezione delle vie urinarie, vaginali, intestinali.

Il sapore dell’urina può piacere come no, ha un sapore particolare che dipende sia dalla presenza dell’urea ma anche da quello che ha mangiato il donatore. Pensate alle urine che diventano rosa dopo aver mangiato le barbabietole!

Se avete il desiderio di sperimentare, iniziate lentamente e a piccoli passi, giusto per capire se la pratica piace a entrambi i partner. A volte può rivelarsi una cosa che non piace ma che sul momento genera risate ed intimità nella coppia.