Il dolore durante i rapporti sessuali non è mai normale.
Spesso il messaggio che passa è che sia normale per una donna provare dolore per tutto quello che riguarda i suoi genitali.
Iniziando dalla traduzione della Bibbia “tu donna partorirai con dolore” (e chissà se la traduzione in italiano sia davvero questa), passando per il dolore mestruale normato da tutti, perfino medici di qualsiasi genere che reputano regolare che una donna – durante le mestruazioni – vomiti o resti piegata in due se non ricorre ad un tot di antidolorifici, finendo per il dolore avvertito durante i rapporti sessuali: il primo sarà dolorosissimo e cosparso di emorragie.
E invece no!
Il dolore durante il parto ha una sua funzione fisiologica: guida la donna durante il travaglio e mentre procede la dilatazione e dunque il parto, dovrebbe guidarla ad assumere posizioni confortevoli che a loro volta facilitano la progressione del bambino lungo il bacino. Durante il periodo espulsivo il dolore cambia, per comunicare alla donna che non deve spingere, che deve aspettare, altrimenti rischia le lacerazioni.
Il dolore mestruale invece no, non è per nulla normale e può essere associato a squilibri ormonali, difficoltà con intestino, endometriosi, disfunzioni del pavimento pelvico. Quindi andrebbe sempre cercata una ragione per i dolori mestruali senza tamponare tutto con una pillola o con dei farmaci antidolorifici.
E per quanto riguarda il dolore durante la penetrazione o dopo un orgasmo?
Nemmeno questo è normale!!
Quando la vagina e il perineo sono elastici, sono “vivi” e sanno contrarsi e rilassarsi nel modo corretto, non ci dovrebbero essere dolori, di nessun tipo. Quando si parla di dolore durante i rapporti si usa il termine “dispareunia” che è molto generico.
Il dolore che si può avvertire appena inizia la penetrazione, ma che pian piano scompare, può indicare che i muscoli del pavimento pelvico non si sappiano rilassare, quindi in un primo contatto offrono un po’ di resistenza a “forzarli”. Spesso questo dolore è associato a un ipertono dei muscoli più esterni del muscolo pubo-rettale e dei muscoli trasversi del perineo.
Un dolore che viene per le spinte profonde o in determinate posizioni potrebbe indicare che l’utero (e la cervice che è attaccata all’utero) non siano mobili e quindi se vengono spostati dal pene, soffrono. Dolori simili o più intensi, pungenti, potrebbero essere dati da cisti endometriosiche, aderenze dopo interventi, cisti ovariche, e via dicendo. Comunque la presenza di questo dolore andrebbe approfondita per capire che cosa lo provochi e poter, così, porvi rimedio. Cicatrici e/o cambiamenti del pavimento pelvico possono portare dolore durante i rapporti penetrativi e non. In questi casi si può andare da professionisti specializzati (fisioterapisti e/o ostetriche) che sappiano trattare le cicatrici per ridurre le aderenze e valutare un possibile percorso di rieducazione del perineo.
Un’eccessiva sensibilità (che talvolta può concretizzarsi in vero dolore) al glande del clitoride potrebbe indicare che la clitoride soffre, sia a livello dei muscoli che la sostengono nella sua parte profonda, che a livello delle diramazioni del nervo pudendo che arrivano al glande. Potrebbe non trattarsi di nulla di allarmante, come al contrario nascondere un’infezione, clitoridinia e/o ipertono dei muscoli del pavimento pelvico.
Ci sono anche condizioni in cui tutto il vestibolo (la zona che sta dentro le piccole labbra), o parte di esso, può essere molto sensibile e rispondere con dolore a stimoli che normalmente non sarebbero dolorosi. Le cause potrebbero essere riconducibili a vestibolodinia o vulvodinia, associate a ipertono dei muscoli del pavimento pelvico con sintomatologia dolorosa.
Ci si mette anche la menopausa?
Con il cambiamento degli ormoni che avviene durante il periodo della menopausa, la vagina e il pavimento pelvico possono risentirne diventando meno elastici e meno lubrificati. Spesso i medici suggeriscono solo farmaci con ormoni (estrogeni o androgeni) e quasi mai la riabilitazione del pavimento pelvico che può risolvere entrambe le situazioni.
Anche un forte dolore allo sfintere anale può indicare che qualcosa non è elastica come dovrebbe, da capire in questo caso se ci sia tensione in quel momento o se sia una tensione fissa che potrebbe meritare un approfondimento.
Ci possono essere dei dolori o delle fitte all’altezza del glande del clitoride o della vagina (come anche a livello del pene, per gli uomini) quando si raggiunge un orgasmo. Una forte contrattura che viene “causata” dall’orgasmo: se, successivamente, i muscoli non riescono a rilassarsi questo può indicare appunto che quei muscoli che sostengono la clitoride (o il pene) restino contratti, tanto da stimolare eccessivamente e portare dolore.
Una condizione simile ma diversa è quella del vaginismo. Con il vaginismo c’è anche una forte componente emotiva che porta i muscoli del perineo e la vagina a chiudersi se la donna sente che qualcosa o qualcuno ci si sta per avvicinare. La chiusura della vagina può essere così importante che a volte non riesce a entrare nemmeno un cotton fioc!
Ci possono essere anche dolori che arrivano dopo il rapporto, magari perchè i muscoli non sono tonici o ci sono dei prolassi, e questi in seguito alla “ginnastica” del rapporto, tirano e poi dolgono.
Oppure, il dolore si presenta perchè i muscoli non sono “vivi” e portano poco sangue alla mucosa. Di conseguenza ne risente la lubrificazione, aumentando così l’attrito che poi porterà al bruciore che si può avvertire dopo il rapporto.
Cosa fare?
Serve una valutazione del pavimento pelvico fatta da professionisti esperti, solitamente ostetriche e fisioterapisti formati.
La riabilitazione può includere esercizi mirati per educare i muscoli a rilassarsi, TENS, manipolazioni, biofeedback, correzione della postura, un percorso con fisioterapista/osteopata, correzioni di abitudini quotidiane che possono influire negativamente sul perineo.
E in alcuni casi anche un percorso con un/a sessuologo/a psicologo o psicoterapeuta perchè ci possono essere delle resistenze emotive che non lasciano la donna rilassarsi completamente ma la costringono a restare sempre un po’ all’erta.
Per il vaginismo è indicato sempre un doppio percorso con psicologo/psicoterapeuta e con un professionista che si occupi della rieducazione del pavimento pelvico e della presa di consapevolezza dei propri genitali.
Non esiste una soluzione che vada bene per tutti e il fai da te potrebbe talvolta peggiorare la situazione. Ad esempio se un muscolo che non si sa rilassare si mette a fare i kegel classici che si trovano online, potrebbe aumentare ancora di più le sue contratture.
Quindi, se provi dolore durante i rapporti intimi, ricerca le cause!