Amare la natura all’eccesso
Amare la natura è certamente un bene, tutti dovremmo farlo per rispettarla e preservarla, ma cosa succede se l’amore per il mondo che ci circonda diventa così estremo da rendere le piante partecipi delle nostre fantasie e degli atti sessuali? L’ecosessualità riguarda esattamente questo, ed è un tentativo unico di unione con piante, arbusti, fiori, fratte, non solo per dimostrare la passione e la cura verso di loro, ma anche per poter beneficiare di tutte le sensazioni positive, a livello psicofisoco, che scaturisce da questa forma di contatto. Ovviamente, come si potrà facilmente intendere, l’ecosessualità non riguarda tutti. Anzitutto, si parla di una scelta che, ad oggi, coinvolge circa centomila attivisti in tutto il mondo. L’ambiente, la natura, il mondo che ci circonda per loro non è solo un patrimonio da proteggere, ma un elemento fondamentale della propria intimità e sessualità.
Si, ma come si fa sesso con una pianta?
Ovviamente le modalità di interazione con la natura nel sesso sono molteplici. Si passa dal gettarsi a terra rotolandosi sulla terra bagnata dell’alba fino a sesso con gli alberi e i loro anfratti. Alcuni ecosessuali invece, amano vestirsi o ricoprire il proprio corpo di foglie, petali, rami, facendo sesso con i proprio partner all’aria aperta.
Le piante, i fiori, gli elementi naturali hanno una forte carica erotica per gli ecosessuali, e riescono ad aumentare la percezione del proprio corpo, aumentando il senso di eccitazione che si prova durante l’atto sessuale. Il fine ultimo è dunque duplice, da un lato quello di tornare alle proprie origini, trattando come pari, anche sessualmente, un ambiente che abbiamo imparato soltanto a sfruttare; dall’altro – per suggestione o per reale infatuazione verso la natura – questo ritorno alla terra, in senso estremo, dona dei piaceri impossibili da trovare in altro modo.
Da dove nasce l’ecosessualità?
L’origine di questo nuovo modo di fare sesso risale al 2010, quando durante l’Ecosex Symposium di San Francisco, molti tra docenti universitari, sessuologi, ambientalisti, uniti dal rispetto per la natura, furono indirizzati verso queste nuove prospettive della sessualità e dell’amore per l’ambiente da due attiviste: Elizabeth Stephens e Annie Sprinkle. Oggi è possibile “imparare” l’ecosessualità in Australia, in una particolare spiaggia in cui praticare sesso con la natura in totale assenza di inibizioni o intermediari vari come letti, giochi erotici, divani o quant’altro.
Secondo alcuni degli attivisti che praticano da anni l’ecosessualità, in questo modo sarà possibile rendere piacevole, fisicamente parlando, il rispetto per la natura, unendo l’amore per questa alle proprie attività e bisogni primari. Per chi non avesse particolari interessi, tentar non nuoce, si possono scoprire prospettive sempre nuove, senza necessariamente recarsi in un sexy shop.