Quando mi è stato chiesto se volessi recensire la BKK Cybersex Cup, il masturbatore con visore di realtà virtuale, ero allo stesso tempo eccitato ed onorato.
Ma subito dopo sono stato un po’ sopraffatto dallo scetticismo. La macchina del sesso in questione si chiama BKK Virtual Reality Stroker che, oltre a sembrare il premio di qualche ombrosa maratona porno giapponese, è un fantasioso, discreto anche se non proprio di piccole dimensioni, dispositivo nero opaco dalla forma tipica di un masturbatore per uomo che non solo ha la capacità di rilevare i tuoi movimenti ma anche di tradurre le tue spinte e di visualizzarle attraverso un visore incluso nella confezione.
Dopo aver passato tutto il tragitto sull’autobus con la scatola stretta tra le mie braccia nella speranza che nessuno riconoscesse quello che avevo con me, sono arrivato nella mia stanza, l’ho poggiata sul mio letto, ho rimosso il coperchio e l’ho fissata. Sotto la pluriball e la plastica c’erano tre elementi: un ingombrante visore VR, un sacchetto di plastica con un panno per la pulizia e un tubo nero, il masturbatore.
Mancava solo una cosa: le istruzioni. Infatti, a parte un rapido diagramma su come inserire il telefono nel visore in modo che non cada, non c’erano indicazioni su come accendere il dispositivo, caricarlo o installare l’app, di cui non sapevo nemmeno l’esistenza fino a quando non ho consultato il sito web della società.
Quando ho scaricato e installato l’app per Android ho scoperto che i soggetti 3D sono personaggi hentai giapponesi. La ragazza che potrai personalizzare nella tua realtà virtuale ha quindi i tratti tipici di un manga giapponese e sarà lì impaziente di “incontrarti”, proprio come vogliono i caratteri dei personaggi hentai.
Puoi cambiare il colore della sua pelle, puoi decidere quali abiti farle indossare, puoi scegliere lo sfondo e il luogo ma soprattutto il tipo di rapporto: puoi scegliere tra le decine di posizioni disponibili tra fellatio normale, deep throat, missionario, cowgirl a rovescio, pecorina e molte altre. Una volta sistemato tutto ciò che ti serve per iniziare, mi sono messo comodo ed ho lubrificato l’ingresso del masturbatore per facilitare la penetrazione del mio pene.
Devo ammettere che l’ingresso iniziale è stato sorprendente. Se non fosse per il fatto che stavo afferrando un sofisticato tubo tecnologico, avrei potuto probabilmente scambiarlo per una vera vagina (anche se forse un po’ fredda e priva di contrazioni muscolari).
Premendo uno dei quattro pulsanti sul tubo ho cambiato la posizione nella mia realtà virtuale. Quando è arrivato il momento dell’orgasmo, mi sono assicurato di usare effettivamente il grosso pulsante con l’etichetta “G” per indicare alla macchina che stavo per raggiungere l’eiaculazione, nella vita reale.
Con velocità e precisione, proprio mentre il piacere aumentava, ho spinto il tasto G: all’unisono, sia io che la ragazza del computer “siamo venuti” immediatamente. Con l’animazione ancora in corso e l’auricolare ancora attaccato alla mia testa, mi sono lasciato andare indietro sul cuscino e ho emesso un sospiro gigantesco.
Mi sono rilassato qualche minuto, ho salutato la mia “compagna”, mi sono liberato da tutti gli accessori del VR e ho pulito il masturbatore, l’ho riposto nella scatola dandogli appuntamento al pomeriggio seguente.